Qualche giorno fa vi avevamo raccontato dell’allarme lanciato dai panificatori abruzzesi in merito all”estinzione’ degli aspiranti panificatori, problema che alla lunga (ma nemmeno tanto) porterebbe alla scomparsa tanto di una figura professionale artigianale quanto a numerosi tipi di pane tipico. Ma la scarsità di ‘ricambio generazionale’ ai forni del pane non riguarda solo l’Abruzzo, anche a Roma sono sempre meno i giovani che desiderano avvicinarsi a questo mestiere.
Ciò che scoraggia i giovani è probabilmente il lavoro da svolgersi in orario notturno, cosa che rende difficoltosa la vita sociale, e il fatto che il mestiere del fornaio non è considerato molto interessante.
Così praticamente sempre i ragazzi preferiscono puntare su altri tipi di carriera, forse più affascinanti (ma è sempre relativo) ma molto meno sicure dal punto di vista del trovare un impiego, e meno vantaggiose in temrini di stipendio percepito (un panificatore può guadagnare dai 2000 ai 3000 euro mensili).
A Roma si calcola che occorrerebbero dai 300 ai 350 nuovi fornai; per promuovere questi impieghi, la città organizza periodicamente dei corsi di formazione, alla fine dei quali i ragazzi hanno la certezza di essere assunti in un forno.