La metà dei contenziosi civili vede primeggiare le liti condominiali. All’interno di un palazzi, negli spazi angusti di un appartamento di città, è facile essere contrariati dall’altrui vita o dare fastidio al prossimo. La televisione con il volume troppo alto, la porta dell’ascensore aperta, l’acqua dei panni che sgocciola… potremmo trovare mille motivi. Pur essendo futili, il più delle volte le liti condominiali finiscono in vere e proprie guerre legali, in cui ad uscire vincitori sono soltanto gli avvocati delle parti civili. Eppure basterebbe un po’ di buon senso per evitare spese legali, perdite di tempo e inutili litigate. Gli amministratori di condominio dovrebbero promuovere il confronto e le conciliazioni pacifiche.
Non sempre però è così e le riunioni condominiali sovente si trasformano in scontri verbali, fino ad arrivare dinnanzi ad un giudice di pace. Se in altri casi, come in auto nei confronti di sconosciuti, si tende a lasciare cadere la cosa dopo averli mandati a quel paese, così non avviene dinnanzi al vicino di casa. Un piccolo diverbio si trasforma così in una vera e propria prova di forza. Ma conviene litigare? Di sicuro no. Non conviene a chi viene danneggiato dall’altrui condotta e non conviene a chi volontariamente o meno disturba gli altri. Inutili spese legali, il più delle volte causate dall’intolleranza verso il vicino, dall’antipatia e dall’insofferenza. Futili motivi che possono costare anche molto caro al portafoglio di tutti.