Il contratto di comodato d’uso è un contratto regolato dall’articolo 1803 del Codice civile, che consente ad una parte, chiamata comodante, di consegnare ad un’altra parte, chiamata comodatario, un bene mobile o immobile, per fare in modo che se ne serva per un determinato periodo di tempo e, al termine di questo, lo restituisca.
La caratteristica più importante del contratto di comodato d’uso è l’assenza di un compenso. Nel caso in cui il contratto preveda un compenso, non si tratta più di un contratto comodato, ma di un contratto di locazione.
Il contratto di comodato d’uso può essere stipulato in forma scritta o in forma orale, caso in cui si parla di comodato verbale.
Il contratto deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate nei seguenti casi.
-Quando il contratto di comodato d’uso viene stipulato in forma scritta.
-Quando il contratto è stato stipulato in forma verbale e viene menzionato in un altro atto registrato.
Risulta essere importante anche sapere che i contratti stipulati in forma verbale, che hanno come oggetto immobili, possono essere registrati in modo da usufruire delle agevolazioni IMU e TASI.
Per effettuare la registrazione è necessario presentare i seguenti documenti all’Agenzia delle Entrate
-Modello 69 per la richiesta registrazione, in doppia copia.
-Ricevuta di pagamento dell’imposta di registro per atti, contratti verbali e denunce, corrispondente al codice tributo 109T. L’importo da versare è di 200 euro.
-Pagamento imposta di bollo.
Il contratto di comodato d’uso rappresenta quindi uno strumento importante per chi possiede in immobile e vuole che un altro soggetto lo utilizzi, senza il pagamento di un canone.
Anche se il comodato non prevede compensi, il comodatario può essere chiamato a contribuire alle spese di manutenzione.
Tutte queste informazioni devono comunque essere specificate nel contratto stipulato tra le parti.