Avete mai sentito parlare di Blockchain? Forse si, ma in pochi sanno veramente di cosa si tratta. Questo termine viene spesso associato in maniera riduttiva alla parola “Bitcoin“. Alcuni definiscono il Blockchain come il “libro mastro” di ogni transazione realizzata con i Bitcoin, altri come la tecnologia che fungerà da Banca Centrale.
Entrambe le definizioni sono corrette, il Blockchain è un database basato sulla tecnologia Peer-to-Peer, quindi chiunque può accedervi. Esso registra al suo interno tutte le transazioni avvenute con la criptovaluta figlia e non è in nessun modo alterabile in quanto, per modificare una registrazione o modificarne l’algoritmo, servirebbe l’approvazione del 50%+1 degli utilizzatori. Ogni transazione viene monitorata dalla catena di blocchi (Blockchain), ovvero noi utilizzatori. Quindi non è Hacker Friendly. Ah, dimenticavo, naturalmente è garantito l’anonimato. Fermatevi a riflettere.
Il Blockchain viene associato prevalentemente alle Criptovalute, alla finanza e al mondo bancario. In realtà grazie ad essa è possibile di fatto eliminare tutte le figure intermediarie in ogni ambito. Avete capito bene, potremmo effettuare una transazione tra privati ed essendo essa registrata nel Blockchain, non avremmo bisogno di andare da un Notaio per registrarla e adempiere a tutte quelle noiose e costose pratiche burocratiche. Fermatevi nuovamente a riflettere.
Cosa abbiamo detto finora riguardo la tecnologia Blockchain?
ogni transazione viene registrata
il Blockchain funge da libro mastro
esclusione ogni forma di intermediari nel Business
sicurezza assoluta rispetto agli standard attuali
garanzia dell’anonimato.
Ora pensate all’Italia. Pensate a quante volte sentiamo dire che le nostre eccellenze, le PMI sono frenate nel loro Business dalla burocrazia. Pensate a quale accelerazione possa dare l’adesione globale ad una tecnologia del genere.
Riflettendo invece sull’abolizione delle figure intermediarie, non si può non rendersi conto di quanti soldi possano essere risparmiati e meglio allocati aumentando la produttività. Se volete farvi un’idea, potete consultare il report di Santander.
Blockchain e Criptovalute: non solo Bitcoin
Qualche tempo fa un monito arrivò a New York: “Attenta Wall Street, la Silicon Valley sta arrivando”. Da allora le più grandi industrie della Finanza hanno aperto gli occhi ed hanno iniziato ad investire pesantemente nella Fintech. La grande rivoluzione però è arrivata dal Giappone. Quel che vogliamo sottolineare però, è che questa grandiosa tecnologia è diventata la base di una serie di Criptovalute, diverse tra loro, di cui il Bitcoin è solo la più famosa.
Tra queste non possiamo non menzionare Ethereum, che pensa ad esempio al tema “Inflazione” in maniera meno rigida rispetto al Bitcoin. Litecoin punta invece ad acquisire Market Share grazie alla minor potenza di calcolo richiesta ai suoi utilizzatori per produrre moneta.