Parti comuni del condominio: ecco come vengono stabiliti i valori millesimali posseduti da ogni singolo condomino
Con valori millesimali si intendono quei valori che vengono attribuiti a ciascuna unità immobiliare e che determinano la partecipazione del proprietario alle spese comuni e di conseguenza il “peso” che ogni proprietario avrà nell’assemblea. Analizziamo, quindi, nel dettaglio quale è la quota di possesso (o di comproprietà) di ogni singolo condomino e come viene calcolata.
quota di possesso delle parti comuni
Ogni condomino ha diritto di usufruire delle parti comuni del condominio e, quindi, di “partecipare al condominio” in base a determinate quote espresse sulla base delle tabelle millesimali. Infatti, l’art. 1118 c.c. stabilisce che ciascun condomino vanta dei diritti sulle parti comuni in proporzione al valore di ogni unità immobiliare che viene espresso in millesimi di proprietà.
La tabella millesimale esprime, quindi, in millesimi il valore di ciascuna proprietà esclusiva, in rapporto al valore dell’intero edificio. Inoltre, le tabelle millesimali sono fondamentali per determinare la validità della costituzione dell’assemblea e delle relative delibere ogni singolo condomino e per determinare la parte di contribuzione di ogni condomino alle spese per la conservazione delle parti comuni.
Le tabelle millesimali devono essere allegate al Regolamento di condominio e possono essere modificate o rettificate secondo quanto stabilito dall’art. 69 Disp. Att. c.c.
calcolo dei millesimi di proprietà
Il calcolo concreto dei millesimi di proprietà e la redazione della relativa tabella millesimale vengono effettuati sulla base di operazioni complesse in virtù delle quali:
– viene misurata la superficie reale di ogni unità immobiliare e ragguagliata, in millesimi, al volume totale dell’edificio. Nella misurazione non vengono considerate le parti esterne al fabbricato e non edificate, né lo stato di manutenzione di ciascun piano o porzione di piano;
– il calcolo viene effettuato moltiplicando la superficie reale dell’appartamento per dei coefficienti di riduzione (o, in rari casi, di aumento) dai quali si ricavano i mq. sulla base dell’effettivo utilizzo della superficie dell’appartamento;
– i coefficienti utilizzati sono: a) il coefficiente di destinazione: valuta gli spazi in base alla loro utilità; b) il coefficiente di piano: considera tutte le condizioni che caratterizzano un appartamento o un ambiente per il fatto di trovarsi ad una altezza minore o maggiore rispetto ad altri; c) il coefficiente di orientamento: tiene conto dei vantaggi che derivano dalla posizione di un appartamento rispetto ai punti cardinali; d) il coefficiente di prospetto: considera i benefici di un alloggio rispetto ad altri per l’apertura su una facciata piuttosto che su di un’altra; e) il coefficiente di luminosità: considera la quantità di luce che penetra nei vari ambienti in relazione alla loro superficie.
Il calcolo è quindi semplice.