Come noto, i rendimenti sui titoli di Stato di medio lungo termine (Btp) sono nuovamente calati nel corso dell’ultima asta, sebbene su livelli che la maggior parte degli analisti attendeva concretizzarsi in soglie più basse di quelle poi realmente conseguite. Un elemento dietro il quale si celano diversi profili interpretativi. Cerchiamo di vederci più chiaro.
I rendimenti dei Btp
Che il rendimento dei Btp non sia calato oltre le attese è un chiaro segnale di come – nonostante il miglioramento della situazione – la tensione sui titoli del debito sovrano italiano sia ancora particolarmente elevata. Di contro, l’attuale remunerazione sui Btp consente agli investitori non preoccupati della stabilità dei conti italiani di potersi garantire tassi di ritorno degli impieghi vicini al 6%, e pertanto estremamente concorrenziali in un contesto quale quello attuale.
Cosa fare se la crisi si stabilizza
La prima ipotesi che vogliamo cercare di delineare per comprendere gli idonei comportamenti sul fronte dei titoli di Stato, è relativo alla stabilizzazione della crisi del debito dell’Eurozona. Per molti analisti, è questo lo scenario più probabile: la definizione del patto fiscale tra i membri Ue sembra essere l’anticamera verso passi più concreti nell’adozione di un’Unione fiscale più significativa. Se poi la crisi greca dovesse giungere a parziale risoluzione, l’affezione degli investitori nei confronti dei titoli a lungo termine ne trarrebbe sicuro giovamento. Meglio pertanto, in questo scenario, investire sul periodo esteso, sottoscrivendo Btp.
Cosa fare se la crisi continua
Il secondo scenario è relativo al prolungamento della crisi. Uno scenario che si contraddistinguerebbe per il prosieguo dell’incertezza economica e della volatilità finanziaria. Il rendimento dei Btp si manterrebbe su livelli molto elevati, a causa del persistere della tensione: la prevalenza dell’investimento dei Btp sui Bot dipenderà pertanto, principalmente, dalla propenzione al rischio dell’investitore.
Cosa fare se la crisi peggiora
Il terzo scenario è quello più disastroso. Se la crisi dovesse peggiorare, è probabile si possa giungere a una rottura della zona Euro. Gli investimenti in questo caso si concentrerebbero sui Paesi solidi, ponendo a rischio qualsiasi atteggiamento proposito nei confronti dei Btp, che perderebbero qualsiasi livello di appetibilità. Meglio allora, in caso di peggioramento, diversificare il proprio portafoglio con titoli a brevissima scadenza.
Cosa fare oggi
La situazione odierna è compresa tra il primo e il secondo scenario, con una prevalenza verso la situazione intermedia. Investire sui titoli di Stato a lungo termine si rivela una scelta azzeccata soprattutto in caso di disinteresse a disinvestire nell’arco temporale dell’investimento: all’interno dei dieci anni, infatti, sono probabili momenti di elevata volatilità che potrebbero nuocere al rendimento dell’operazione in caso di vendita del titolo sul mercato secondario.
L’iniezione effettuata dalla Bce a fine dicembre è stata indirizzata in buona parte verso l’acquisto dei titoli a breve scadenza: elemento che ha prodotto un abbassamento dei rendimenti dei Bot, che oggi sono meno attraenti che in passato.