Ogni tanto nello sport, per esempio nel calcio, succede che un giocatore bravo attraversi un momento magico in cui gli riesce tutto. In questi casi i compagni di squadra tendono a passargli la palla il più possibile perché si dice in gergo che ha il piede caldo. Si tratta di un comportamento corretto?
Se quindi nella storia un gestore ha dimostrato di saper fare bene un numero di volte N superiore alla media, la scelta più razionale per ipotizzare su un suo risultato futuro è quella di scommettere che seguirà il suo trend storico medio e quindi, se si tratta di un gestore capace, potrà fare meglio del mercato o del suo parametro di riferimento. Quindi, in mancanza di altre informazioni, la soluzione più logica è di affidarsi alla media di lungo periodo anche perché ragionando su orizzonti temporali più brevi potrebbe entrare in gioco in modo più deciso l’effetto fortuna.
Nel mondo della gestione, trattandosi di performance legate alle capacità dell’individuo , gli investitori credono nell’esistenza del piede caldo e quindi in periodi più o meno performanti. Se si gestiscono in autonomia i loro affari sono quindi portati ad assumersi maggiori rischi quando vengono da periodi molto positivi o al contrario tendono ad assumersi minori rischi quando il periodo non è favorevole.
Nella scelta di un gestore si tende quindi a selezionare quelli che vengono da un periodo di piede caldo e quindi a fare affidamento su risultati di breve / brevissimo termine. In tal modo però si rischia di perdere di vista il medio/lungo termine che come abbiamo visto risulta essere statisticamente più corretto per prendere una decisione. Investire in un fondo solo perché è andato bene nel breve termine significa che non stiamo puntando sulle capacità del gestore, ma ci stiamo affidando al suo piede caldo e quindi potrebbe essere un comportamento rischioso perché transitorio.